domenica 21 maggio 2023

E ora andiamo a...

Ormai il linguaggio della televisione e del web ha corrotto anche la cucina. Cuochi più o meno pratici di grammatica impastano vocaboli, abbondano in pleonasmi, sfornano sfondoni…

 

domenica 14 maggio 2023

Siamo figli delle stelle

Il protoindoeuropeo *sidh- indicava “il legarsi al moto della luce”, quindi al realizzarsi, avere successo, raggiungere la perfezione. Siddharta era colui che consegue il suo scopo, che mostra la via della realizzazione. Per i Latini sidus è il cielo stellato, le costellazioni; siderare è contemplare le stelle. Da cui desiderare, che è ciò che concerne il contemplare le stelle, l’attesa di ciò che gli astri porteranno; considerare, cioè guardare le stelle da vicino, osservarle; assiderare, esporsi alle costellazioni, ossia al clima. Sido, voce italiana desueta, viene anch’essa da sidus, sinonimo di freddo eccessivo.

*ster-, altra radice protoindoeuropea forma il greco astr (στήρ), astro, con tutti i suoi derivati (astronauta, asteroide, astronomico, ma anche asterisco, la “piccola stella”, o il nome Esther, pur di origine ebraica e persiana): forma poi anche il latino astrum e il conseguente stella. Da quell’antica radice viene anche strategia: così come le stelle sono disposte in cielo così con la stessa armonia le truppe vanno ordinate nel campo di battaglia.

La parola influenza, presente anche nel vocabolario inglese, nasce dal fatto che un tempo si credeva che la malattia fosse causata dalla cattiva influenza degli astri. Dall’inglese abbiamo invece preso la voce star e riportata nel calco stella (del cinema, dello spettacolo); calco non avvenuto con il francese étoile, che anche per noi sta per prima ballerina.

Il cosmetico, l’arte di abbellire e decorare il volto, è anch’esso termine greco che ricorda il cosmo, da cui deriva, dove i corpi celesti adornano con grazia la volta celeste.

Parliamo ora della costellazione dell’Orsa Maggiore, con i suoi astri più luminosi che i Romani chiamavano septemtriōnem, vale a dire i sette buoi che tiravano il Carro; il settentrione, che indica per l’appunto il nord, è ancor oggi esistente nelle lingue neolatine.

E a proposito di punti cardinali, terminiamo con lo sguardo ad est, ad oriente, dal quale nasce il verbo orientarsi, sapersi muovere osservando il cielo.

 


 

domenica 7 maggio 2023

La scarpa di Cruscioff, o di Krusciov

Un problema che esiste da sempre è la traslitterazione delle parole slave dal cirillico al latino. Ogni lingua europea poi ha un suo sistema di scrittura di certi fonemi che non sempre corrisponde ad altri. Proviamo ad esempio a tradurre tre nomi di russi celebri:

Хрущёв = Chruščëv, un tempo scritto anche Cruscioff, o Krusciov

in inglese: Khrushchev

in tedesco: Chruschtschow

in francese: Khrouchtchev

in spagnolo: Jrushchov 

 

Шостакович = Šostakóvič, un tempo scritto anche Sciostacovic, o Sciostakovic

in inglese: Shostakovich

in tedesco: Schostakowitsch

in francese: Chostakovitch

in spagnolo: Shostakóvich

 

Достоевский = Dostoevskij, un tempo scritto anche Dostoieski, o Dostoievski

in inglese: Dostoevsky

in tedesco: Dostojewskij

in francese: Dostoïevski

in spagnolo: Dostoyevski