domenica 2 maggio 2021

Gli italianismi nel polacco

In ragione della sua complessa e tormentata storia, il polacco ha subito molte influenze dalle lingue europee, non solamente da quelle sue confinanti.

Ha così preso parole dal russo (bumaga, carta, jantar, ambra), dal tedesco (szukać, cercare, żagiel, vela), dal rumeno (maczuga, mazza, filiżanka, tazza), dall’ucraino (czereśnia, ciliegia, kieszeń, tasca), dall’ungherese (szabla, sciabola, szalas, baracca), dal lituano (rojst, palude, znicz, lampada votiva).

E poi da lingue un po’ più lontane, geograficamente e storicamente: dal turco (papuga, pappagallo, haracz, estorsione) allo spagnolo (infankta, principessa, moskit, zanzara), oltre naturalmente a parole greche e latine, francesi e inglesi.

Anche l’italiano ha fatto la sua parte nell’arricchimento del lessico polacco, nei consueti campi dell’architettura, della cucina o della musica. Grande impulso all’importazione di italianismi fu dato dall’arrivo nel XVI secolo a Varsavia di Bona Sforza (consorte del re Sigismondo), dalla personalità perentoria e controversa, che fece conoscere a quei popoli, ad esempio, molti ortaggi italiani.

Vediamo alcuni italianismi presenti nel vocabolario polacco: