domenica 3 maggio 2020

Del tatto e del gusto


Il volgare latino *tastāre (toccare) ha prodotto l’omonimo verbo italiano; da questo, ad esempio, sostantivi come il tasto del pianoforte o la tastiera, come oggi quella del computer, o anche la locuzione a tastoni, a tentoni; così pure il tatto, uno dei cinque sensi, che è pure sinonimo di garbo, accortezza.
Ma da *tastāre viene anche il francese taster (oggi tâter), entrato nella lingua inglese come to taste, dapprima come toccare, prendere una piccola porzione, e poi anche con il significato di provare, assaggiare: dal tatto si è passati alla determinazione del sapore, quindi ad un altro senso, quello del gusto. Nel 16° secolo taste ha preso anche il significato di giudizio estetico di qualità. Anche in italiano diciamo infatti avere gusto (o buon gusto) riferito non solo al sapore.