Il
volgare latino *tastāre (toccare) ha prodotto l’omonimo
verbo italiano; da questo, ad esempio, sostantivi come il tasto del pianoforte o la tastiera,
come oggi quella del computer, o anche la locuzione a tastoni, a tentoni;
così pure il tatto, uno dei cinque
sensi, che è pure sinonimo di garbo, accortezza.
Ma da
*tastāre viene anche il francese taster (oggi tâter), entrato nella lingua inglese come to taste, dapprima come toccare, prendere una piccola porzione, e
poi anche con il significato di provare, assaggiare: dal tatto si è passati alla determinazione del sapore, quindi ad un
altro senso, quello del gusto. Nel
16° secolo taste ha preso anche il
significato di giudizio estetico di qualità. Anche in italiano diciamo infatti avere gusto (o buon gusto)
riferito non solo al sapore.