Ben prima della scoperta dell’America, in Europa chiamavano tūber
una bozza, una protuberanza; lo stesso nome aveva il fusto sotterraneo
commestibile: il terrae tuber, che
nel latino medievale diventa (probabilmente) *territūberum.
Il toscano lo chiamerà con il nome tartufo, o il diminutivo
tartufolo, che i francesi copieranno nel loro truffle e i tedeschi nel Tartuffel
(o Tartüffel).
La scoperta di Colombo porta sulle tavole del Vecchio Continente un nuovo
tubero, la cui diffusione sarà rapida e fruttuosa. Difficile immaginare la
cucina irlandese o russa o tedesca senza la patata.
Nei Caraibi la batata era la variante dolce, ma il nome ha attraversato
l’oceano e patata è entrato
nello spagnolo, nell’italiano e nel greco. Nel portoghese è rimasto batata,
mentre in inglese è potato. Per gli arabi sarà albatatis.
I tedeschi, per i quali la sua forma ricorda quella del tartufo, coniano il
termine Kartoffel, che avrà successo anche presso altre lingue, dal
russo kartofel’ al bulgaro kartof, ma anche presso kazaki (kartop),
estoni (kartul), georgiani (ḳarṭopili). Anche in yiddish,
naturalmente (kartofl).
Per i francesi, che in un primo tempo la usano come pianta ornamentale, la
patata prenderà il nome di pomme de terre (la mela, il pomo
della terra). Questa locuzione la ritroviamo anche in molti dialetti di
Baviera, Svizzera e Austria: Erdapfel (la mela della terra), Grundbirne
(la pera del terreno). Il primo termine si rispecchia nell’olandese aardappel,
il secondo nel ceco brambor, nel croato krumpir, nella forma dialettale
svedese jordpäron (e da questa al finlandese peruna). Stesso calco per
l’ebraico tapuách adamá.