domenica 15 luglio 2018

Tartufi storpiati e mele della terra

Ben prima della scoperta dell’America, in Europa chiamavano tūber una bozza, una protuberanza; lo stesso nome aveva il fusto sotterraneo commestibile: il terrae tuber, che nel latino medievale diventa (probabilmente) *territūberum.

Il toscano lo chiamerà con il nome tartufo, o il diminutivo tartufolo, che i francesi copieranno nel loro truffle e i tedeschi nel Tartuffel (o Tartüffel).



La scoperta di Colombo porta sulle tavole del Vecchio Continente un nuovo tubero, la cui diffusione sarà rapida e fruttuosa. Difficile immaginare la cucina irlandese o russa o tedesca senza la patata.



Nei Caraibi la batata era la variante dolce, ma il nome ha attraversato l’oceano e patata è entrato nello spagnolo, nell’italiano e nel greco. Nel portoghese è rimasto batata, mentre in inglese è potato. Per gli arabi sarà albatatis.



I tedeschi, per i quali la sua forma ricorda quella del tartufo, coniano il termine Kartoffel, che avrà successo anche presso altre lingue, dal russo kartofel’ al bulgaro kartof, ma anche presso kazaki (kartop), estoni (kartul), georgiani (ḳarṭopili). Anche in yiddish, naturalmente (kartofl).



Per i francesi, che in un primo tempo la usano come pianta ornamentale, la patata prenderà il nome di pomme de terre (la mela, il pomo della terra). Questa locuzione la ritroviamo anche in molti dialetti di Baviera, Svizzera e Austria: Erdapfel (la mela della terra), Grundbirne (la pera del terreno). Il primo termine si rispecchia nell’olandese aardappel, il secondo nel ceco brambor, nel croato krumpir, nella forma dialettale svedese jordpäron (e da questa al finlandese peruna). Stesso calco per l’ebraico tapuách adamá.


Il concetto di terra (ziemia) è presente nella patata polacca zemniak e in quella slovacca zemiak. Ancora i francesi, o per meglio dire la regione della Borgogna è all’origine (misteriosamente) del magiaro burgonya.