Non è questa la sede per disquisire filosoficamente sul significato della luna per Giacomo Leopardi. Da modesti cultori della parola ci limitiamo a riportare i versi in cui il Poeta cita il nostro satellite.
Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai
Canto notturno di un pastore errante dell'Asia
Scende la luna; e si scolora il mondo
Il tramonto della luna
O graziosa luna, io mi rammento
Alla luna
Posa la luna, e di lontan rivela
La sera del dì di festa
al biancheggiar della recente luna
Il sabato del villaggio
O cara luna, al cui tranquillo raggio
La vita solitaria
della cadente luna; e tu che spunti
Ultimo canto di Saffo
in riveder la luna. Io me ne stava
Alceta
Sotto limpido ciel tacita luna
Al Conte Carlo Pepoli
Candida luna, sorgi
Bruto minore
Posa la luna, e di lontan rivela
Notte di luna
di febo e l’aurea luna. Oh fortunata
Inno ai patriarchi
del suo candor la rugiadosa luna
Spento il diurno raggio in occidente
Spenta per me la luna
Il Risorgimento