Il protoindoeuropeo *sidh- indicava “il legarsi al moto della luce”, quindi al realizzarsi, avere successo, raggiungere la perfezione. Siddharta era colui che consegue il suo scopo, che mostra la via della realizzazione. Per i Latini sidus è il cielo stellato, le costellazioni; siderare è contemplare le stelle. Da cui desiderare, che è ciò che concerne il contemplare le stelle, l’attesa di ciò che gli astri porteranno; considerare, cioè guardare le stelle da vicino, osservarle; assiderare, esporsi alle costellazioni, ossia al clima. Sido, voce italiana desueta, viene anch’essa da sidus, sinonimo di freddo eccessivo.
*ster-, altra radice protoindoeuropea forma il greco astḗr (ἀστήρ), astro, con tutti i suoi derivati (astronauta, asteroide, astronomico, ma anche asterisco, la “piccola stella”, o il nome Esther, pur di origine ebraica e persiana): forma poi anche il latino astrum e il conseguente stella. Da quell’antica radice viene anche strategia: così come le stelle sono disposte in cielo così con la stessa armonia le truppe vanno ordinate nel campo di battaglia.
La parola influenza, presente anche nel vocabolario inglese, nasce dal fatto che un tempo si credeva che la malattia fosse causata dalla cattiva influenza degli astri. Dall’inglese abbiamo invece preso la voce star e riportata nel calco stella (del cinema, dello spettacolo); calco non avvenuto con il francese étoile, che anche per noi sta per prima ballerina.
Il cosmetico, l’arte di abbellire e decorare il volto, è anch’esso termine greco che ricorda il cosmo, da cui deriva, dove i corpi celesti adornano con grazia la volta celeste.
Parliamo ora della costellazione dell’Orsa Maggiore, con i suoi astri più luminosi che i Romani chiamavano septemtriōnem, vale a dire i sette buoi che tiravano il Carro; il settentrione, che indica per l’appunto il nord, è ancor oggi esistente nelle lingue neolatine.
E a proposito di punti cardinali, terminiamo con lo sguardo ad est, ad oriente, dal quale nasce il verbo orientarsi, sapersi muovere osservando il cielo.